Spettacolo teatrale di e con Luigi Lo Cascio dal romanzo di Luigi Pirandello.
In un intervista del 1919, a proposito di ‘Uno, nessuno e centomila’, Pirandello diceva: “in questo romanzo c’è la sintesi completa di tutto ciò che ho fatto e la sorgente di quel che farò”. E’ dunque un testo d’importanza cruciale per “avere una visione più esatta” non soltanto del suo teatro, ma soprattutto della sue idee sull’arte e sulla vita. Uno, nessuno e centomila è infatti un romanzo di lunga elaborazione, di assidua stesura, che accompagna, o per meglio dire informa di sé, il resto della produzione pirandelliana emersa tra il 1909 e il 1926, anno in cui quest’opera fu definitivamente pubblicata. Un testo-laboratorio quindi, una officina, un deposito segreto, in cui tutte le ragioni della sua poetica si raccolgono e raffinano in forma di racconto di una voce.
E’ forse più congeniale, a un testo come questo, la semplice pronuncia che s’articola in lettura piuttosto che una vera e propria messa in scena? Sembra infatti assai complesso, se non contraddittorio, poter dare spettacolo – e quindi consistenza scenica fissata in un’interpretazione perlomeno definita – di quanto invece scorre e sciama in forma di flusso che pur procedendo con intenzione ed impeto, lo stesso non conclude.
Non uno spettacolo dunque, ma lettura di una voce. Voce che sta al di qua del personaggio – entro i confini di un principio ancora informe e non del tutto strutturato nelle pose più scolpite del gioco delle parti del teatro – ma anche, seppure involontariamente (per accadimenti e occasioni cui potrebbe trascinare la corrente impersonale della lettura che improvvisa), al di là di esso, nelle vicinanze di quel luogo più segreto e ulteriore presso cui dimorano i resti, le sopravvivenze, le più crude manifestazioni e sostanze dell’essenza di quello stesso personaggio.
E’ comunque lettura che inevitabilmente smargina nel teatro perché la voce di chi legge non può non confondersi e svanire, inesorabilmente assorbita e contratta nelle ragioni e nei tormenti del protagonista, il quale, senza necessità d’intermediari, si rivolge direttamente a chi ascolta.
S’intenda allora la pagina come effettivo palcoscenico su cui giochi la voce che insegue appassionata la scrittura.
In programmazione
20/03 ore 21.00 Teatro Forma
ingresso € 7,00